venerdì 10 giugno 2011

21 Miroslav Tichy

Miroslav Tichy (1926), fotografo ceco di Kyiov, era poco più che una curiosità locale finchè Harald Szeemann, eminente curatore, non incluse una mostra di fotografie dell’artista ormai ottantenne nella Biennale di Siviglia nel 2004.
Una delle particolarità delle foto di Tichy risiede infatti nel mezzo con cui sono state realizzate: bizzare macchine fotografiche costruite da lui stesso con oggetti di recupero come scatole di scarpe, lattine, rotoli di cartigienica, lenti di recupero e pezzi di plexiglass.
 
Altra caratteristica delle sue immagini è che sono normalmente in terribili condizioni, mal stampate e graffiate , sporche o incrostate con non si sa che cosa, e spartanamente montate sui dei cartoncini, semplicemente incorniciate da una linea di penna a biro o matita.
Tutte le fotografie mostrano giovani uomini e donne, colti con occhio indiscreto per strada o in luoghi pubblici, per la maggior parte ignari di essere ripresi. Molte volte le rozze macchine fotografiche adoperate venivano anche scambiate per inoffensivi giocattoli homemade.
Ad un primo sguardo le sue foto possono sembrare casuali, naive e frutto di un’improvvisazione da autodidatta ma esse rivelano d’essere il prodotto di un procedimento perfettamente studiato e orchestrato a partire dalla costruzione stessa del mezzo di ripresa.
L’artista  approda alla fotografia verso la fine degli anni ‘50: le prime foto ritraenti nostalgici paesaggi ben presto lasciano spazio agli sfuggenti ritratti femminili, che contraddistingueranno la sua ricerca fino alla fine.



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